Il giorno finisce presto da I. Bergman Teatro della Cometa

Teatro della Cometa, Roma
Il giorno finisce presto da I. Bergman
Giugno

Il giorno finisce presto

Liberamente tratto da Dagen slutar tidigt

di Ingmar Bergman

 

Con

 

Roberto Bellini  - Philippe, gigolò
Francesca Consiglio  - Brita Welamsson
Angela Di Tuccio  - Valborg Sjuberg
Federico Lo Zoppo - Ole, fidanzato di Valborg
Debora Masci   - Alma Girardoux
Monica Oddo - Ulla, una modella
Teresa  Pase - Signora Aström
Paola Pieravanti  - Madre Broms
Monica Pierucci  - Jenny Sjuberg
Giancarlo Quatela - Peter, un attore
Renato Roja  - Robert Van Hijn
Laura Sasso - Charlotte, Signorina Wortselius
Norma Beatriz Santillo - Petra, una cantante
Gianluca  Sforza - Ron, estetista
Riccardo Zalla - Paul, Dott. Varn

Allestimento scenico  Stefano Silvia
Consulenza artistica Yassmin Yaghmai
Luci Lorenzo Farina
Rumors Gulbio Maldelli
Foto di scena Fabrizio Perilli

Adattamento e regia
Alessia Oteri

Si ringraziano le Associazioni Culturali Artelier e Argentovivo/Cobacs.
Fabrizio Perilli e Yassmin Yaghmai.

Note di regia

Nell’atelier della ricca e affascinante pittrice Jenny Sjuberg, un giorno arriva una certa signora Aström. Nessuno sa chi sia e cosa voglia. Forse è una visionaria, forse è dell’Esercito della Salvezza, come ipotizza Jenny, forse è soltanto sola, o pazza. In ogni caso ha urgenza di comunicare una notizia importante: sono venuta, dice a Jenny, a prendere la sua anima. Da quel momento in poi, in un concatenarsi di azioni dettate da un’inquietudine incontrollabile, i personaggi prendono a muoversi in un presente che si fa sempre più irreale, fino a precipitare, in un’atmosfera onirica e malinconica, sull’estremo lembo di terra della vita, sperduti, spaesati, di fronte a sé stessi.

Testo giovanile del regista svedese rappresentato per la prima volta a Stoccolma nel 1948, e praticamente inedito in Italia, Il giorno finisce presto, contiene già il germe di tanto cinema successivo di Ingmar Bergman. Attraversato sottilmente da corde grottesche e velate di ironia, pone costantemente i personaggi al centro di quella zona d’ombra, presente in ciascuno di noi, che per certe ragioni misteriose e segrete può trasformare in caduta libera, talvolta, l’esistenza.