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Più Libri più Liberi, presentazione de Il Vincitore di…

Venerdi 8 dicembre, con MetisTeatro, abbiamo avuto l’onore e il piacere di essere presenti alla manifestazione “Più libri, più liberi”, in occasione della presentazione dell’ultimo romanzo di Matéi Visniec pubblicato dalla Voland : “Il venditore di incipit per romanzi”. Nel mio breve intervento  – amorevolmente introdotta da Matéi che ha ricordato la nostra attenzione nei confronti della sua drammaturgia (10 piece portate in scena in questi anni) – ho parlato del teatro di Visniec, della sua poetica, di alcune delle sue tematiche.

Foto di Paolo Sasso

L’incontro, coordinato da Bruno Mazzoni, tra i maggiori romenisti e profondo conoscitore dell’opera di Visniec, ha visto una sala piena e ottimo riscontro da parte del pubblico. Attilio Caccetta e Francesco Meriano attori di MetisTeatro hanno letto brani del testo.

Di seguito il commento Di Accademia di Romania:

“Un vero successo di pubblico l’incontro dello scrittore romeno Matei Vișniec a Più libri più liberi – La Fiera del libro di Roma. Venerdì, 8 dicembre, il suo nuovo romanzo pubblicato in italiano, “Il venditore di incipit di romanzi” edito dalla Voland Edizioni e tradotto da Mauro Barindi è stato presentato presso la Sala Antares de La Nuvola. A dialogare con l’autore c’erano prof. Bruno Mazzoni e Alessia Oteri, insieme a Daniela Di Sora presidente della Voland. Commoventi anche le letture dell’incipit (manco a dirlo :-)) fatte dagli attori Francesco Meriano e Attilio Caccetta, della compagnia Metis Teatro . Oltre al recente romanzo, il dialogo ha toccato temi significativi come il rapporo delle compagnie teatrali e del pubblico italiano con il teatro di Vișniec, la sua formazione negli anni del comunismo, la censura e l’autocensura degli scrittori, l’incontro e il confronto delle due Europe culturali, oppure l’interesse che riscuotono negli ultimi anni gli scrittori dell’Est, presso il pubblico dela Penisola.
Infatti ,la Sala Antares era gremita di gente che poi ha fatto una lunga fila per farsi firmare le copie e il libro è andato a ruba anche presso lo stand dell’editore.
L’incontro romano ha concluso il tour che la Voland Edizioni ha organizzato per Matei Visniec e che ha compreso, inoltre, le città di Torino, Milano, Padova e Rovereto. A Torino, lo scrittore drammatico ha assistito alla prima della pièce “Lo spettatore condannato a morte”, nella messa in scena di Beppe Rosso con la compagnia A.M.A. Factory, presso il Teatro San Pietro in Vincoli (testo tradotto da Debora Milone e Beppe Rosso).
La presenza a Roma di Matei Visniec è stata sostenuta dall’Accademia di RomaniaInstitutul Cultural Român / Romanian Cultural”
[Fonte: Facebook]
Di Voland….
E anche questa edizione di Più libri più liberi è volata! Grazie alle tante, tantissime persone che ci sono venute a trovare allo stand, che hanno chiacchierato con noi e seguito i nostri consigli di lettura. Grazie a chi ha partecipato alla presentazione del “Venditore di incipit per romanzi”, il titolo Voland più acquistato in assoluto in fiera e sold out al terzo giorno (chi lo cercava e non l’ha trovato può comprarlo sul nostro sito o ordinarlo in libreria). È stato bellissimo! Ci vediamo il prossimo anno, sempre alla Nuvola, sempre più liberi.
P.S. Ci fa piacere condividere con voi i più venduti perché la sorpresa e la soddisfazione di vedere ai primi posti la letteratura balcanica sono immense ❤️
1. “Il venditore di incipit per romanzi” di Matei Visniec;
2. “Cronorifugio” di Georgi Gospodinov;
3. “Cosmetica del nemico” di Amélie Nothomb;
4. “Sindrome da panico nella Città dei Lumi” di Matei Visniec;
5. “Fisica della malinconia” di Georgi Gospodinov;
6. “L’invenzione dell’amore” di José Ovejero;
7. “Il libro delle sorelle” di Amélie Nothomb;
8. “Anarchy in the UKR” di Serhij Žadan;
9. “da Wenling” di Gemma Ruiz Palà;
10. “Le donne di Lazar'” di Marina Stepnova.
[Fonte: Facebook]
E di Matèi Visniec…
Vineri, 8 Decembrie, un public efervescent la Salonul de carte de la Roma, “Più libri più liberi”. Mulțumiri celor care au fost alături de mine, editura Voland care mi-a publicat al doilea roman în traducerea lui Mauro Barindi, Daniela di Sora editoarea care privește cu încredere și generozitate spre scriitorii Europei de răsărit, Bruno Mazzoni neobosit constructor de pasarele culturale între Italia și România, trupa Metis Teatro care de mai mulți ani îmi montează piesele la Roma (regia Alessia Oteri), Accademia di Romania mereu activă si imaginativă. “Il venditore di incipit per romanzi” a ajuns în mîinile multor cititori italieni care m-au onorat ieri cu o prezență impresionantă la dezbaterea moderată de Bruno Mazzoni. Italia are astăzi pentru mine un gust pronunțat de literatură vie care conferă sens încrederii în cultură și în rolul ei identitar în Europa. Credit foto și alte mulțumiri : Oana Bosca-Malin.
[Fonte: Facebook]
Trad:
Venerdì 8 dicembre pubblico energico al Salone del Libro di Roma, “Più libri, più gratis”. Grazie a chi è stato con me, la casa editrice Voland che ha pubblicato il mio secondo romanzo nella traduzione di Mauro Barindi, Daniela di Sora l’editrice che guarda con fiducia e generosità verso gli scrittori dell’est Europa, Bruno Mazzoni instancabile costruttore degli uccelli culturali tra Italia e Romania, il Banda Metis Teatro che da diversi anni monta le mie opere a Roma (diretta da Alessia Oteri ), Accademia di Romania sempre attiva e fantasiosa. “Il venditore di incipit per romanzi” è arrivato nelle mani di molti lettori italiani che ieri mi hanno onorato di una impressionante presenza al dibattito moderato da Bruno Mazzoni. L’Italia oggi ha per me un assaggio pronunciato della letteratura vivente che dà senso alla fiducia nella cultura e al suo ruolo identitario in Europa. Crediti fotografici e altri ringraziamenti : Oana Bosca-Malin .

[ Nel frattempo sono successe cose bellissime in Metis… sono indietro con gli aggiornamenti..cercherò di mettermi al passo :)]

GRAZIE DI CUORE,
SEMPRE.

Alessia

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Sul Palco: intervista di Stefano Coccia

Intervista ad Alessia Oteri – SUL PALCO

Intervista ad Alessia Oteri

[Quindicinale SUL PALCO] grazie alla bellissima penna di Stefano Coccia:
Dal teatro di Matei Vișniec ai nuovi spettacoli in programma al Teatro Marconi, ecco cosa ci ha raccontato la brillante performer e regista teatrale
Grazie al Teatro Marconi ci siamo confrontati più volte, negli ultimi mesi, con le regie teatrali di Alessia Oteri, più in particolare coi suoi vibranti adattamenti dei testi di un autore che sta contribuendo a far conoscere meglio anche il Italia, il grande drammaturgo rumeno Matei Vișniec. Abbiamo però intuito che dietro una realtà come MetisTeatro si etende un universo ancora più ampio da esplorare… e da narrare. Da tale intuizione è nata la ricca conversazione con l’artista, che ci apprestiamo a riassumervi.Possiamo solo immaginare quanto sia difficile condensare una storia che è già così ricca, Alessia, ma ci vorresti raccontare come è nato MetisTeatro e quali sono stati finora i momenti più belli affrontati insieme?

Metis nasce nel momento in cui ho iniziato ad insegnare e ho formato il primo gruppo, quindi ad ottobre 2002, esattamente 20 anni fa. Ci chiamavamo Aspirantinonattori, tanto per scoraggiare eventuali velleità professionali (i corsi allora erano già tanti.. anche se non così tanti!): avevo 5 allievi e il primo debutto lo abbiamo fatto nella saletta in cui provavamo, si chiamava “Piccole cose”. Poi nel 2009 abbiamo fondato MetisTeatro, una realtà attorno a cui gravitano tra le 80 e le 90 persone ogni anno.

Momenti belli… tantissimi: dagli ultimi… la bellissima festa per Matéi Visniec organizzata a giugno al Teatro Marconi, il riconoscimento da parte del Ministro della Cultura romeno per la nostra attività, le tante possibilità di avere accesso a luoghi di straordinaria bellezza – le aree archeologiche di Ostia AnticaAppia AnticaMalborghetto Flaminio, fino a tanti siti archeologici della Toscana – grazie all’ascolto da parte di Enti Pubblici e alla credibilità che abbiamo dimostrato nel corso negli anni, i bandi vinti (quattro durante il periodo covid), le centinaia di volte i cui siamo andati in scena negli spazi più diversi e per i pubblici più eterogenei e soprattutto la vita che attraversa Metis. In Metis c’è un potenziale artistico ed umano incredibile. Siamo davvero una comunità di persone. E provo profonda gratitudine ogni volta che ci penso.

Qual è stata invece, riassumendone anche qui le tappe fondamentali, la tua formazione in ambito teatrale?

Mi sono formata giovanissima all’Accademia di Danza, e a 15 anni ho iniziato a frequentare un laboratorio teatrale al liceo. Da allora non ho mai smesso di fare teatro. Mi sono diplomata alla Scaletta di Gianni Diotajuti e ho fatto tanto, tanto, tanto teatro: matinée, estive, tournee. Alla pratica della scena ho affiancato una formazione teorica che mi ha restituito tanto negli anni. Sono laureata al Dams, ho proseguito con un Dottorato di ricerca a Siena, un Master a Roma e per dieci anni sono stata cultrice della materia per Giancarlo Sammartano. La teoria è l’impalcatura della mia formazione; la pratica della scena che ho attraversato come attrice e poi insegnante e regista è il nucleo del mio fare teatro. Il teatro si impara facendolo. Sporcandosi. Qualcuno ha detto Il teatro non si insegna, si impara. È una grandissima verità a mio avviso.

Passiamo ora a ciò che ci ha fatto incontrare: il teatro del grande drammaturgo rumeno Matei Vișniec. Come è nato questo vostro sodalizio artistico e in che modo è stato affrontato, specie all’inizio, il discorso relativo alla traduzione delle sue opere?

Il primo incontro con la drammaturgia di Matéi Visniec è stato fortuito: cercavo testi, come sempre. David Conati, uno dei traduttori di Visniec in Italia, mi inviò Il comunismo spiegato ai malati di mente. Me ne innamorai. E con me tutto il gruppo. Grazie a Caterina Cosentino, una tra le mie ragazze, avviammo un dialogo con l’autore: chiedevamo, volevamo sciogliere e comprendere alcuni nodi del testo. Visniec, con grande disponibilità, rispondeva in modo sempre puntuale, lasciandoci però con il nostro pugno di domande inevase. Solo dopo, imparando a conoscerlo, abbiamo compreso che il teatro di Visniec è costruito proprio per lasciare domande aperte. Dilemmi, come ha avuto più volte modo di dire.
Mi preme sottolineare la grande disponibilità e attenzione che Matéi Visniec ha manifestato sempre in questi anni nei nostri confronti, l’ascolto, la cura. Ancor prima di incontrarlo di persona, nei nostri scambi mail, Visniec ci ha restituito tutta la sua straordinaria umanità.

Il primo impatto, fortissimo, con la sua produzione teatrale, è stato rappresentato per noi di Sul Palco dal “medley” di testi teatrali andato in scena questa estate, durante il festival del Teatro Marconi a Roma. Come si è instaurato questo vostro rapporto con il Teatro Marconi? E quanto è stato complesso lavorare con un gruppo di attori così ampio cercando le “cuciture” migliori tra testi diversi?

Abbiamo iniziato a percorrere il Teatro Marconi durante il Covid grazie alla straordinaria disponibilità del suo direttore artistico Felice Della Corte che ci ha dato una casa quando non ne avevamo una. La nostra sede era forzatamente chiusa. I teatri invece potevano ospitare attività di didattica. Abbiamo passato week end al Marconi a provare. E poi abbiamo iniziato a portare lì i nostri saggi/spettacolo. Sempre con grande ascolto e attenzione da parte del teatro.

Lavorare con gruppi numerosi è complesso ma è anche una risorsa: artistica, per la eterogeneità delle voci e dei caratteri, e umana, perché in Metis ciascuno mette a disposizione competenze diverse per un fine comune. Cucire insieme i testi non è stato difficile, più complessa è stata la scelta… cosa privilegiare da un materiale drammaturgico così denso? Avevamo già portato in scena tra il 2018 e il 2022 otto testi completi di Visniec: fosse stato per noi avremmo voluto farli tutti! Visniec era a Roma, lo incontravamo per la prima volta, desideravamo più di ogni altra cosa restituirgli tutta la bellezza che le sue parole ci avevano donato in questi anni, volevamo che fosse per tutti una epifania di rinascita. E così è stato. Il 22 giugno del 2022 è una data che portiamo nel cuore. È stata una festa.

Con “Lysistrata mon amour”, in autunno, avete avuto il privilegio – se non ricordiamo male – di lavorare su un inedito di Matei Vișniec. Come è stata questa esperienza?

Lysistrata mon amour è stata portata in scena in anteprima mondiale il 7 ottobre 2022 al Teatro Marconi. Visniec ci aveva parlato di questo testo pochi mesi prima, manifestando il desiderio che l’opera potesse essere tradotta e messa in scena dal nostro gruppo. In agosto il Professor Bruno Mazzoni, romenista e traduttore, tra i maggiori conoscitori della drammaturgia romena, ha tradotto per noi il testo: ci siamo trovati davanti questo materiale di straziante attualità, scritto da Visniec tra dicembre 2021 e febbraio 2022 quando i venti di una guerra imminente si sono fatti realtà. Le parole di Visniec, foriere di un presente ancora in essere, sono state per noi una bussola, una direzione, una lente di ingrandimento.

Più avanti avete portato anche al Teatro Marconi il magnifico “Riccardo III non s’ ha da fare”. Come vi trovate a operare su opere che, seppur attraverso il filtro dell’ironia così caro a Vișniec, ne incarnano così bene il disincanto a livello sociale e storico-politico?

Sono corde che ci appartengono. Amiamo la drammaturgia di Visniec proprio perché è capace di raccontare, di là da ogni retorica, l’uomo. Riccardo III non s’ha da fare è un testo immenso. Immenso come immensa è la biografia di Mejerchol’d, la sua vita, il suo percorso artistico, la sua fine: ucciso a 64 anni, nel carcere di Burki. Sepolto in una fossa comune. In questo testo Visniec che ha conosciuto da vicino il regime di Ceaușescu è stato capace di raccontare tutta l’assurdità, l’ottusità, la violenza dei totalitarismi, utilizzando come sempre una cifra stilistica che servendosi del surreale e del grottesco paradossalmente ci restituisce tutta la drammaticità della parabola di Mejerchol’d. Un uomo a cui in molti hanno voltato le spalle (la sua stessa compagnia, i suoi attori, e si veda a questo proposito il bellissimo e introvabile “L’ultimo atto” a cura di Fausto Malcovati) e che accusato dal regime di alto tradimento, si è trovato solo, senza nessuno a difenderlo. Solo con le sue parole.
E’ un tema caro a Visniec. Le parole. In Dello zerbino considerato dal punto di vista del riccio, Visniec fa dire al personaggio di Job: “Siate attente all’uomo mie care parole. Lampi di bellezza dell’animo umano (…) l’uomo non sarà mai solo, aiutatelo a capire, a guarire le proprie ferite, i dubbi, raccontategli delle favole, fatelo ridere, ridere guarisce la malvagità…

Per finire, a quali progetti stai lavorando attualmente? Abbiamo visto in cartellone al Teatro Marconi un altro spettacolo, “Le cose con porto con me” di Andreas Flourakis…

In questi giorni siamo al Teatro Marconi con una rassegna di testi interamente dedicata alla drammaturgia contemporanea. Accanto alla rilettura di testi classici, che pure amiamo moltissimo, in questi ultimi anni ci siamo dedicati alla ricerca sul contemporaneo. In questa rassegna portiamo in scena Rafael SpregelburdDennis KellyMichel Marc BouchardJoel PommeratRebekka Kricheldorf e un inedito di Andreas Flourakis: “Le cose che porto con me” . Anche in questo caso il testo, tradotto per noi da Gilda Tentorio (vincitrice peraltro del Concorso Eurodrama per la sua traduzione di “Voglio un paese” altro testo di Flourakis che abbiamo portato in scena nel 2018) viene rappresentato per la prima volta in Italia. Con noi il 10 febbraio ci sarà anche l’autore, ospite al Teatro Marconi per l’occasione.

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Note per AltriScenari 2019

Note per "Suite Horovitz, ed altre storie" di Israel Horovitz e "Occidental Express, solo andata" di Matéi Visniec, secondo e terzo studio della Rassegna AltriScenari organizzata da MetisTeatro e dedicata alla drammaturgia contemporanea.
SUITE HOROVITZ, ED ALTRE STORIE
di Israel Horovitz

Centrale Preneste | 2 febbraio 2019 h 21.00
"Suite Horovitz ed altre storie" è tratto dalla pubblicazione Suite Horovitz che raccoglie 22 atti unici scritti dal drammaturgo americano Israel Horovitz nell'arco di diversi anni. Autore di oltre 70 testi teatrali tradotti in più di 30 lingue - tra cui Line in scena ininterrottamente a New York dal 1974 e The Indian Wants the Bronx che fu rappresentato con gli ancora sconosciuti Al Pacino e John Cazale - Horovitz si è dedicato anche alla scrittura di testi brevi per il teatro poiché come scrive "la cosa più bella in teatro è la sua brevità. Uno può avere la confortevole sicurezza che se non gli piace, sarà presto finito per lasciare spazio ad un altro. Ma se gli piace, il testo lascerà alla fine il desiderio di volerne vedere ancora. E questo, nel teatro, è il più importante successo: lasciare il pubblico con il desiderio di vederne ancora". Testi comici, drammatici, o in cui confluiscono e si mescolano corde drammaturgiche differenti. In questo secondo lavoro che dedichiamo al drammaturgo abbiamo scelto due degli atti unici che fanno parte dello spettacolo Suite Horovitz (Secondo violino e L'Audizione), Doppia Tosca La Corsa,  i due monologhi Amore nel tempo La Donna Gatto e infine Inseguimento telefonico,  che, inizialmente pensato dall'autore come radiodramma, rivela sulla scena tutta la straordinaria potenza della scrittura di Horovitz, una scrittura che - già godibilissima in lettura - esplode nel momento in cui la parola si fa corpo e voce degli interpreti, macchina teatrale con pochi eguali nel teatro contemporaneo che abbiamo avuto il privilegio di poter studiare ed affrontare.
OCCIDENTAL EXPRESS, SOLO ANDATA di Matéi Visniec
Centrale Preneste | 9 febbraio h 21.00
Un trenoatteso, una stazione di confine, un vecchio cieco che ogni giorno, da un tempo ostinato e cristallizzato in un passato mitico, aspetta che esso transiti con il suo carico di possibilità verso un futuro altro. Due artisti di strada, un americano e un rumeno, che - entrambi emigrati a Parigi - si trovano casualmente a misurarsi con la stessa fame e gli stessi bisogni. Una compagnia di attori arrangiata, diretta da un improbabile capocomico che tenta di offrire ai turisti lo spettacolo folkloristico che si immagina essi si aspettino da loro, una donna venuta da chissà dove, da chissà quale altrove che si presenta a un colloquio di lavoro con un curriculum che racconta un unico talento: leggere le ultime parole sulla bocca di chi sta morendo. E ancora uomini e donne, protagonisti di un popolo fluido, capace di adattarsi, dividersi, prendere panni altri, abdicare alla propria identità, vendersi e svendersi pur di somigliare all'occidente, viaggiando in un container, calandosi nel buio.
Sullo sfondo il dramma del regime e della guerra, in figura l'identità di un popolo: Occidental Express, solo andata, 16 quadri, alcuni autonomi, altri legati gli uni agli altri, è il racconto di un viaggio. Un viaggio dall'Est, talvolta compiuto e più spesso onirico,  verso quella terra idealizzata che è l'Occidente vista attraverso lo sguardo dei popoli balcanici, prima e dopo la caduta del blocco sovietico.   Un viaggio su un Orient Express al contrario di cui Visniec sembra sottolineare il costo spesso inconsapevole ed altissimo. Di sola andata, appunto.
Matèi Visniec, autore rumeno naturalizzato francese - trasferitosi in Francia sotto il regime di Ceaușescu, dove ha chiesto e ottenuto asilo politico dal 1987, dopo che le sue opere erano state molteplici volte oggetto di censura in Romania - è uno tra gli autori attualmente più rappresentati nel suo paese di origine, tradotto in oltre venti lingue e rappresentato in altrettanti paesi. Autore prolifico e da uno stile personalissimo, caratterizzato dalla commistione di atmosfere poetiche, drammatiche e grottesche, comiche, oniriche e surreali, ha sempre seguito nel suo teatro un filone politico e sostanzialmente di critica e denuncia, di una realtà che lui stesso ha potuto drammaticamente attraversare con la sua esperienza.
Con Occidental Express, che affrontiamo in una nuova versione riscritta da Visniec, rappresentata in questa occasione per la prima volta in Italia,proseguiamo il nostro studio sull'autore, di cui abbiamo già portato in scena nella passata stagione Il comunismo spiegato ai malati di mente. Un percorso durante il quale abbiamo avuto modo di confrontarci con Matéi Visniec che con grande generosità ha sposato il nostro progetto.
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AltriScenari 2019

MetisTeatro prosegue il suo percorso di studi sulla drammaturgia moderna e contemporanea:
Questi i prossimi appuntamenti (gennaio/marzo 2019)
info : www.metisteatro.it info@metisteatro.it

Spettacolo di apertura
19 e 20 gennaio 2019
Teatro Pegaso – Ostia
Parlami d’amore di Philippe Claudel
con l’amichevole partecipazione di Paolo Ricchi

2 febbraio 2019
Teatro Centrale Preneste – Roma
Suite Horovitz di Israel Horovitz

9 febbraio 2019
Teatro Centrale Preneste – Roma
Occidental Express (solo andata) di Matei Visniec

16 Febbraio 2019
Teatro Furio Camillo – Roma
Roberto Zucco di Bernard Marie Koltes

17 febbraio 2019
Teatro Furio Camillo – Roma
Sette bambine ebree, di Caryl Churchill

23 Febbraio Teatro Il Quarticciolo – Roma
Soli Deo Gloria, di Peter Asmussen

30 e 31 Marzo – Teatro Brancaccino - Roma

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