Laudes da Jacopone da Todi Santa Maria dei Servi

Spettacolo vincitore del Festival I Teatri Del Sacro (cat. amatoriali, ed. 2011)

Spettacolo vincitore del Festival I Teatri Del Sacro (cat. amatoriali, ed. 2011)

Tratto da Jacopone da Todi e laudi umbre del XIII e XIV secolo nella drammaturgia di Silvio d’Amico

Regia: Alessia Oteri
Presentazione
Ripercorrendo la tradizione medievale a partire dalla scrittura scenica di Silvio D'Amico, Metis Teatro interpreta una raccolta di laude ispirate ai misteri della natività, passione e resurrezione di Cristo.
Lo spettacolo vede coinvolti 20 attori impegnati in una grande opera corale a partire dai versi delle laudi umbre medievali, tutte anonime ad eccezione del Pianto della Madonna di Jacopone da Todi.
Il corpo dell’attore diventa diretta espressione dell’immaginazione e dalla fusione di parole e movimenti si stagliano gli assolo di personaggi e dialoghi. In una chiave drammaturgica che esalta l’attualità delle domande di senso dei versi, emerge in tutta la sua forza l’eterno interrogarsi dell’uomo sulla propria dimensione trascendente.

Lo spettacolo si è classificato tra i vincitori del Festival I Teatri del Sacro (cat. amatoriali) ed ha debuttato nel settembre 2011 nel suggestivo contesto della Chiesa di Santa Maria dei Servi (Lucca) e a Roma presso il Teatro Tor Bella Monaca, con il contributo della Federgat e del Teatro di Roma

 Il testo ripercorre la raccolta di laudi umbre del XIII e XIV secolo – tutte anonime con l’unica eccezione del Pianto della Madonna di Jacopone da Todi - che Silvio d’Amico ricompose nel 1937 con il nome Mistero della Natività, Passione e Resurrezione di Nostro Signore, per la giovane Compagnia dell’Accademia, in occasione delle celebrazioni Giottesche organizzate quello stesso anno a Padova. Una partitura densa e coinvolgente che incrocia concetti e tematiche universali a un racconto profondamente umano, e ripercorre la storia di Gesù, dall’Annunciazione fino alla Resurrezione, tessendo in versi di straordinaria potenza evocativa alcuni tra i momenti più belli della poesia religiosa medievale.

Lo spettacolo – frutto di un laboratorio teatrale – vede coinvolti 20 attori ed è costruito in gran parte sulla coralità di movimenti: il corpo diventa diretta espressione dell’immaginazione e dalla fusione di parole e movimenti si stagliano gli assolo di personaggi e dialoghi. Un’occasione di studio che permette di riscoprire attraverso il vigore icastico delle laudi, la tensione che spinge l'uomo ad interrogarsi sulla propria dimensione trascendente, in una chiave drammaturgica che risulta ancora attuale.